Il Canaletto

Appunti e spunti fotografici da un maestro veneziano

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Canaletto - Venezia, Palazzo Ducale e Riva degli Schiavoni
Venezia, Palazzo Ducale e Riva degli Schiavoni

Vogliamo qui cogliere alcuni elementi nella pittura del Canaletto che potrebbero fornirci spunti per scattare immagini più interessanti durante i nostri viaggi:


Il punto di vista

E' interessante far caso come, in molte vedute del Canaletto, il luogo da cui si osserva la scena sia collocato in posizioni tutt'altro che ovvie. Il punto di vista è spesso collocato in alto, magari da qualche finestra o balcone.
A volte, come nella veduta di Palazzo Ducale e Riva degli Schiavoni riprodotta più sopra, pare che l'immagine sia vista dall'acqua: probabilmente il Canaletto avrà sfruttato un pontile o sarà salito su una barca ormeggiata.
Anche nella veduta londinese attraverso un arco del ponte di Westminster, con la cattedrale di Saint Paul in distanza, l'osservatore si trova come sulla prua di una nave, in un punto che pare altrimenti irraggiungibile.

Canaletto - London, Westminster Bridge
London, Westminster Bridge

Sempre molto particolare è il punto di vista sul Palazzo Ducale, dalla Riva degli Schiavoni. Nessun passante si troverebbe mai, a ridosso dell'acqua, in una posizione che, a ben vedere, risulta chiaramente più elevata anche del Ponte della Paglia.

Canaletto - Venezia, veduta del Palazzo Ducale
Venezia, veduta del Palazzo Ducale

Il punto di vista non è mai casuale

Scegliere una prospettiva inconsueta non è certo garanzia di immagini migliori, tuttavia può essere utile.
Ecco come come scegliere il miglior punto di vista per la composizione di una fotografia.
Vedi alcuni esempi di foto.



Cosa c'entra il Canaletto con la fotografia?

Canaletto - Venezia, Piazza San Marco

Il Museo Correr a Venezia conserva ancora, con il codice d'inventario XXIX/30, una camera ottica che si dice appartenuta al Canaletto.
Questo apparecchio, chiamato anche camera oscura, che dalle conoscenze antiche era passata attraverso gli studi di Alhazen, alle migliorie di Leonardo, di Cardano e di numerosi altri scienziati sopratutto italiani, si era, nel 1700, evoluta in uno strumento di grande precisione e facile utilizzo.
Camera oscura per tracciare disegni
Camera oscura per tracciare disegni
Rappresentava oramai un metodo chiave per riprodurre fedelmente architetture e scorci, e fu per questo molto in uso presso i più noti vedutisti veneziani (Guardi, Canaletto, Bellotto, Marieschi) così come negli studi di numerosi artisti in quasi tutto il resto dell'Europa.

Confrontiamo una macchina fotografica dei nostri giorni (ad esempio la mitica Hasselblad, di cui mostriamo anche lo schizzo della sezione) con una camera ottica in uso nei secoli scorsi. E' evidente come la struttura fondamentale ed il suo funzionamento siano assolutamente identici: la luce entra dall'apertura della lente (A), viene riflessa dallo specchio posto a 45° (B) e proietta l'immagine sul vetro smerigliato (C).
Disegno in sezione
Hasselblad: disegno in sezione

Macchina fotografica Hasselblad
Macchina fotografica Hasselblad

La lente proietta un'immagine a testa in giù della scena inquadrata, ma la riflessione dello specchio la ribalta, facendo sì che sul vetro smerigliato arrivi un'immagine diritta. La vera, grande differenza è che la macchina fotografica moderna ha sostituito il foglio di carta poggiato sul vetro, su cui gli artisti ricalcavano un tempo i loro schizzi, con una pellicola in rullo (D) oppure un sensore digitale. Nel momento in cui oggi si scatta una fotografia, lo specchio si alza di scatto per lasciar passare la luce ed impressionare il materiale fotosensibile.

Se quindi la fotografia ancora non era stata inventata nel '700, possiamo comunque immaginarci un signore che, armato di un apparecchio molto simile ai nostri, girava per la città piazzandolo a destra e a manca in cerca d'immagini.

Canaletto sistemava il suo apparecchio nel punto di osservazione ottimale per la scena che aveva in mente, tracciava pazientemente i contorni dei soggetti, si appuntava colori e dettagli, poi una volta rientrato nel suo studio realizzava il quadro ad olio. A volte il quadro era realizzato settimane, mesi o anche anni più tardi.

Noi dovremmo fare lo stesso: scegliere con attenzione il punto in cui collocare la nostra macchina fotografica, scattare con cura, e rientrati a casa rielaborare il file ottenuto per ottenere la fotografia finale.

Canaletto - Venezia, Piazza San Marco


Piatto Wedgwood
Curiosità

Non tutti sanno che l'invenzione della fotografia è legata alla Wedgwood, antica e famosa casa inglese di ceramiche e porcellane ancora in attività.

Negli ultimi anni del '700 fu Thomas Wedgwood che, fra i primi, tentò con parziale successo, di "bloccare" le immagini generate dalla camera oscura adoperando i sali d'argento, quelli tutt'ora in uso in molte pellicole fotografiche.

Per lui la possibilità di riprodurre fedelmente ed in maniera "automatica" le tante vedute bucoliche e le architetture rustiche che decoravano le ceramiche per cui l'opificio di famiglia era famoso da generazioni, avrebbe rappresentato una straordinaria possibilità.

Wedgwood non riuscì tuttavia a fissare le immagini, e si dovrà attendere il primo quarto dell'800 per la definitiva invenzione della fotografia.



I capricci

L'uso della camera oscura aveva permesso la riproduzione di viste anche molto complesse in maniera semplice e straordinariamente fedele.
Tuttavia, e lo vorremmo sottolineare, la precisione "ottica" delle scene non ha impedito ai pittori d'inventare e rimaneggiare tutto, sempre con la massima fantasia.
Le stesse "vedute" del Canaletto, che in teoria si differenzierebbero dai "capricci" per una supposta aderenza alla realtà, sono il più delle volte occasione per manipolazioni e forzature prospettiche, aggiunte architettoniche, variazioni, cambiamenti composti sempre con gusto e maestria.

Canaletto - Capriccio Palladiano
Capriccio Palladiano

Il Capriccio Palladiano, ospitato alla Galleria Nazionale di Parma, rientra nel novero dei particolari dipinti noti come i "capricci": quello che si vede non esiste nella realtà, e si tratta per lo più di una giustapposizione di elementi architettonici diversi, magari presenti in diverse città, oppure esistiti in passato, o ancora dei quali esiste solo un progetto.
Il quadro è ambientato a Venezia, ma include il palazzo Chiericati (oggi sede del museo civico) e la Basilica Palladiana (ora luogo di mostre d'arte ed architettura) di Vicenza, rispettivamente a sinistra e a destra, mentre al centro è raffigurato il Ponte di Rialto secondo un progetto non realizzato.
Tre capolavori del Palladio, di cui due collocati in un'altra città ed uno mai esistito nella realtà.

La Basilica vicentina del Palladio ricompare accostata alla piramide romana di Caio Cestio nel Capriccio con rovine classiche.

Capriccio con rovine classiche

I capricci, che fra l'altro trovarono un utilizzo pratico nella realizzazione di scenografie teatrali, non sono certo prerogativa del Canaletto: già Marco Ricci e poi Francesco Guardi ne fecero occasione per capolavori.

E questo è il bello dei capricci: idee che si manifestano liberamente.
Un'ottima lezione del Canaletto anche per i più moderni fotografi digitali.

Per chi è interessato: alcuni libri sul Canaletto.


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Commenti

Luca 1 agosto 2017
Buongiorno, ho trovato un quadro antico in casa che avevo comprato da in privato nel 1990 circa. Dietro c'è scritto "Canaletto Bacino di S. Marco 1697".
Posso avere da voi dei consigli? Grazie.
Sonia 3 agosto 2017
Grazie per averci interpellati, Luca. Noi ci occupiamo di divulgazione, lo facciamo con slancio ma non siamo nella posizione di poterle offrire particolari consigli sulla possibile autenticità dell'olio che lei tiene in casa. Per questo la rimetteremmo più correttamente ad un curatore di qualche museo d'arte nella sua zona. Tenga tuttavia conto che il Canaletto è nato proprio nell'anno in cui lei vede datato il suo quadro...

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