Filtri per la fotografia digitale

Una selezione di quelli più importanti

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Vetri colorati
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© Knivesout

Ogni apparecchio fotografico è in grado di realizzare, per sé, valide fotografie.
Qualche volta tuttavia tornano utili, per ottenere una particolare immagine, alcuni accessori e, tra quelli più importanti, spiccano sicuramente i filtri.1

Molto è cambiato dai tempi della fotografia tradizionale su pellicola: la tecnologia digitale richiede solo pochi filtri, poiché le immagini possono spesso essere facilmente elaborate con filtri digitali, ossia programmi specializzati capaci di creare questo o quell'effetto in pochi attimi.
Meglio per le borse fotografiche, che restano così più sgombre e leggere :-)

Alcuni filtri ottici (ossia da anteporre all'obiettivo) sono ancora veramente utili e si dimostrano spesso la chiave per ottenere fotografie interessanti.
Ecco i principali filtri ancora da considerare per un fotografo digitale:

Filtri Colorati

I filtri colorati sono stati in uso per decenni nella classica fotografia in bianco e nero su pellicola. Oggi non hanno quasi più impiego perché nell'attuale fotografia digitale (fatte salve alcune eccezioni) le immagini in bianco nero sono solo il risultato di un'elaborazione elettronica posteriore allo scatto.2
Altrettanto vale per i filtri di correzione colore in uso con le pellicole fotografiche per correggere eventuali lievi dominanti: non si adoperano più perché basta qualche rapido intervento sull'immagine elettronica per bilanciare i toni nella maniera voluta.

Filtri colorati
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© Ram Balmur

Rimangono tuttavia, i filtri colorati, uno strumento importante nell'uso e nella comprensione della luce. Sono molto semplici da usare: i filtri bloccano tutta la luce fatte salve alcune determinate lunghezze d'onda.

Il principio di funzionamento di base dei filtri colorati è semplice: ogni filtro lascia passare la luce del proprio colore, e ferma i colori complementari (opposti).
Ad esempio, il filtro rosso lascia passare il rosso (che apparirà chiaro) ed arresta il verde (che apparirà scuro), mentre il filtro blu lascia passare il blu (che apparirà chiaro) ed arresta il giallo (che apparirà scuro), e viceversa il filtro giallo lascia passare il giallo (che apparirà chiaro) ed arresta il blu (che apparirà scuro).

Filtri Grigio Neutro (ND)

Chiamati anche "filtri a densità neutra" (spesso si trovano con la sigla ND da Neutral Density) i filtri grigio neutro funzionano con lo stesso principio dei filtri colorati: l'unica differenza è che bloccano una certa quantità di luce invece di una certa qualità, ossia assorbono allo stesso modo tutte le lunghezze d'onda3 e per questa ragione appaiono grigi, ossia senza prevalenza di un particolare colore.

Dimostrazione di filtri grigio neutro
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© Robert Emperley


Per classificare i filtri ND si fa riferimento alla loro densità, in modo aritmetico lineare indicando gli stop di compensazione (es. ND-1, ND-2, ND-3 per indicare rispettivamente 1, 2, o 3 stop di compensazione) oppure con scala logaritmica della densità (quindi 0.3 fa passare il 50% della luce e richiede 1 stop di compensazione, 0.6 fa passare il 25% della luce e richiede 2 stop di compensazione, eccetera).

I filtri ND sono utili per ridurre la luminosità dell'intera scena. Gli scopi possono essere diversi, a volte legati alla volontà di esporre la fotografia con tempi molto lunghi oppure l'impossibilità di adoperare il diaframma per controllare la quantità di luce.4
Le due implicazioni estetiche più tipiche sono la gestione creativa del mosso e la riduzione della profondità di campo.

Confronto tra posa lunga e posa breve
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© David Yu

Confronto tra posa lunga e posa breve
Un filtro ND riduce la quantità di luce in entrata e permette quindi pose molto lunghe, in qualche caso interessanti per i risultati ottenibili.


Liberty Cap
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© Brian Wolfe

In questa fotografia è stato adoperato il vetro scuro di una maschera da saldatore (con una posa di 25 secondi) in luogo di un filtro grigio neutro normale.


Filtri Grigi Graduati (GND)

I filtri grigi sono disponibili anche graduati per usi particolari, specialmente in esterni.
Si tratta in pratica di filtri neutri la cui densità sfuma più o meno progressivamente da un estremo all'altro.
Sono utili ad esempio per bilanciare il diverso livello di luminosità fra cielo e terra.

A volte (non sempre, tuttavia) è possibile ottenere risultati comparabili adottando un approccio di fotografia combinata.

Filtri neutri graduati a confronto
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© Carl Jones

Filtri neutri graduati a confronto
La prima immagine è scattata senza filtro, la seconda con ND 0.3, la terza con ND 0.6 e l'ultima con ND 0.9.


Filtri Polarizzatori

I filtri polarizzatori sono assolutamente unici nella funzione e nelle caratteristiche: il loro effetto non è sostituibile né simulabile da alcun intervento elettronico successivo allo scatto.
Sono i primi filtri che suggeriamo di portare sempre assieme all'apparecchio fotografico.

I polarizzatori bloccano la luce di tutte le lunghezze d'onda (per questo appaiono come dei filtri grigio neutro) ma sono selettivi sulla sua orientazione. Questi filtri sono molto utili in fotografia ed il loro effetto è immediato da cogliere (basta osservare un paio di esempi).
Applicazioni tipiche sono la riduzione dei riflessi (ad esempio sul fogliame) e la resa dei cieli più carica.

commento
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© Sachinchitale

L'azzurro del cielo è più profondo e le nuvole si stagliano con maggiore chiarezza. Il riflesso speculare sulle foglie è fortemente attenuato. Si nota meglio nell’immagine ingrandita.


Fogliame ripreso senza e con il filtro polarizzatore
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© Brock Roseberry

Fogliame ripreso senza e con il filtro polarizzatore


Filtri Creativi

L'espressione creativi è qui volutamente vaga e serve solo a ricomprendere una vasta schiera di articoli, della più diversa natura, adoperabili per influenzare in un modo o nell'altro il risultato di un'immagine.
Si tratta di una famiglia di filtri completamente differente dai precedenti: molti possono addirittura essere autocostruiti con materiali di recupero.
La loro funzione è di alterare l'immagine in un modo o nell'altro, il più delle volte degradandone la qualità ottica (ad esempio riducendone la nitidezza) in favore di altre caratteristiche estetiche.

Foto di Daniel Greene Foto di Svein Halvor Halvorsen

Esempio di "filtro creativo"
Ritagliare da un cartoncino nero una mascherina da fissare di fronte alla lente con un pezzetto di nastro adesivo e praticare un foro di limitata dimensione in centro alla mascherina. Tutti i punti luminosi fuori fuoco nell'immagine prenderanno la forma del foro realizzato.

Filtri morbidi

I filtri morbidi sono forse i più diffusi tra quelli "creativi".

Le immagini morbide, ossia carenti di quella nitidezza e dei dettagli più fini che di norma sono invece ricercati, posseggono alcune caratteristiche estetiche che le rendono sovente assai apprezzabili.
Definite troppo spesso con inutili termini stranieri quali "soft", "soft-focus" o "flou", le immagini morbide sono di uso corrente nel ritratto anche amatoriale oltre che nelle riprese professionali sia in pubblicità che nel cinema.
Una resa morbida è di solito adoperata per nascondere i piccoli difetti della pelle così come per rendere un effetto di maggior luminosità generale: non a caso trova di norma impiego nelle fotografie di spose e donne in generale, per blandirne l'immagine ;-)

Oramai molte volte la scelta operativa cade su filtri elettronici, ossia algoritmi già pronti, disponibili su praticamente tutti i programmi di elaborazione d'immagini, i quali permettono di applicare e dosare gli effetti con tutta calma, dopo che si è scattata la fotografia.
La resa di un filtro vero, o comunque di un intervento durante lo scatto, non è di solito lo stesso dell'applicazione di un filtro elettronico.

Tenendo conto che l'effetto è dipendente anche dall'ingrandimento (leggi: lunghezza focale della lente) e dal diaframrna in uso, ecco una breve lista di alcuni sistemi per ottenere immagini morbide quando si scatta:

  • Obiettivi progettati per una resa morbida (Imagon Rodenstock, Cooke Portrait PS945, Leitz Thambar,...)5: sono articoli molto specializzati e costosi, riservati a chi ne fa un uso particolare.

  • Sfocare deliberatamente: non è di norma l'approccio migliore ad un effetto morbido.
  • Mosso: un lieve mosso, a volte detto micromosso, può rendere all'immagine un tono particolare, per certi versi affine allo sfocato.

Foto di Sarah Moon
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Foto di Sarah Moon


  • Alito: l'effetto che si ottiene alitando sulla lente frontale dell'obiettivo è sicuramente buono e particolarmente interessante anche perché di realizzazione immediata. Superate le prime prove, tuttavia, ci si rende conto che la lieve appannatura col caldo se ne va subito, oltre al fatto che l'effetto non è poi facilmente riproducibile e controllabile. Tuttavia, data la facilità di controllo degli scatti realizzati nei moderni apparecchi digitali, in molte occasioni il metodo si rivela efficace.

commento
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© mamasuco

  • Filtri: esistono due principali categorie di filtri: quelli di qualità (ad esempio Duto oppure Softar, con cerchi concentrici o lievi rigonfiamenti), validi e sicuramente consigliabili (ma non sempre economici) e poi tutti gli altri, più o meno frutto del fai da te.
    • Vaselina: sistema classico. Stendere un po' di olio di vaselina su un vetro (oppure un vecchio filtro trasparente a vite) da anteporre alla lente6
    • Calze da donna (in alternativa tulle o garza leggerissima): sistema molto interessante perché impiega materiali di facile reperibilità e permette di ottenere risultati spesso validi.
      L'effetto migliore si ottiene di solito con una calza leggera, ben tesa7, di colore nero; calze di altri colori valgono comunque una prova, per studiare i risultati.
    • Plastichetta trasparente lievissimamente raschiata con carta smeriglio finissima: l'effetto di diffusione può variare da un lieve appannato sino ad un muro di nebbia totale.
    • Pacchetto di sigarette: una plastica molto leggera come quella che avvolge i pacchetti di sigarette, stropicciata e poi tesa sulla lente frontale dell'obiettivo, permette risultati interessanti senza nessuna spesa.

Cane scattato con Zeiss Softar
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© Alan Butler

Cane scattato con filtro morbido Zeiss Softar


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1 Altri accessori fondamentali sono il treppiede, il flash ed il paraluce.

2 Sono ancora invece di uso pratico alcuni filtri colorati sulle luci (vedi ad esempio i filtri blu oppure ambra per correggere la temperatura colore).

3 Si parla del campo visibile: i filtri ND non sono di norma accurati per le lunghezze d'onda dell'infrarosso e/o dell'ultravioletto.

4 In qualche caso la scelta di mantenere il diaframma aperto è dettata da ragioni estetiche.

5 Si tratta tipicamente di lenti caratterizzate da una sottocorrezione dell'aberrazione sferica.

6 Mai mettere le mani sulla lente, ovviamente.

7 Un elastico forte oppure del nastro adesivo possono aiutare.

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Commenti

Alessandra 3 marzo 2019
Molto interessante!

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