Filigrana digitale nelle fotografie

La filigrana consiste in scritte e/o un marchi sovraimpressi ad un'immagine fotografica in modo idealmente indelebile

-----------------------------------------------------------------------------------------

Scrivi alla Redazione 

La filigrana consiste in scritte e/o un marchi sovraimpressi ad un'immagine fotografica in modo idealmente indelebile
Pin It!

© Jack Fussell


Abbiamo già visto

Vediamo qui le origini e la natura della filigrana in fotografia.



Il pittore orientalista Amedeo Preziosi ritratto dal fotografo Nadar
Pin It!
Clicca sulla fotografia per ingrandirla: il marchio del fotografo parigino Félix Nadar (al secolo Gaspard-Félix Tournachon) è ben visibile in basso a destra.

Il passato

L'immagine qui a lato ritrae il pittore orientalista Amedeo Preziosi ad opera di Nadar, il famoso fotografo francese che nel proprio atelier1 ospitò, nel 1874, la prima mostra degli Impressionisti. Che sia una fotografia di Nadar, lo si coglie al volo: grazie al marchio con la N rossa stampigliata in basso a destra, sul passepartout.

Il desiderio per i fotografi di farsi riconoscere quali autori delle loro immagini attraverso un segno distintivo va giustificato in vari modi e ritrova in ogni caso un precedente già nella pittura dove è consueto apporre la firma (ed a volte la data o il soggetto) sulla tela.

Marchi e firme

Per contraddistinguere i propri negativi, alcuni fotografi usavano limare qualche punto della cornice su cui poggiava la pellicola, così che minuscole sbavature di luce s'imprimessero sull'immagine, come delle impronte, diverse da macchina a macchina, prova inconfutabile del collegamento tra la fotografia e lo specifico apparecchio adoperato per realizzarla2.

I sistemi classicamente più adoperati in fotografia per contrassegnare le stampe erano (e tutt'ora rimangono) gli autografi (magari anche solo a matita sul retro) ed i timbri a secco.

Il presente

La situazione è cambiata radicalmente con l'avvento della fotografia digitale, per almeno due ragioni fondamentali:

  • Le immagini hanno perso la loro essenza materiale, divenendo solo un piccolo flusso di elettroni: non c'è più modo d'imprimere timbri a secco, d'apporre firme e tantomeno d'inserire le immagini in passepartout o cornici.
  • Qualsiasi fotografia può essere alterata, moltiplicata e condivisa infinitamente e senza sforzo: diviene assai arduo tracciarne la storia e riconoscerne l'autore.

Il problema da affrontare (e le soluzioni)

Stanti così le cose, le domande che più di frequente ci si pone sono:

  • Come fare dal momento che i sistemi tradizionali paiono non essere più adeguati?
  • Ha ancora senso, oggi, firmare le fotografie digitali?
  • Se sì, che senso può avere?

Cerchiamo di rispondere in modo utile.

Nota a latere

Il file Raw

Condizione preliminare, trasversale a tante applicazioni della fotografia, è che il file Raw non va mai diffuso.
Il concetto rimane valido anche per chi scatta in formato Jpeg: non ha senso, ed è anzi controproducente far circolare immagini che non siano quelle finali, scelte per la pubblicazione (quale che sia l'ambito, anche solo personale o familiare) e lavorate sino in fondo (ritoccate, corrette, stampate o altro, a seconda dei casi).

Condividi con i tuoi amici Condividi con i tuoi amici

La filigrana

Se è vero che l'immagine elettronica, immateriale, ostacola l'utilizzo delle marchiature classiche, è altrettanto vero che diviene semplice includere un qualsiasi segno di riconoscimento all'interno del file.

In pratica si fondono scritte o marchi all'immagine, in un modo che per certi versi richiama la classica filigrana inventata dai mastri cartai italiani già nel medioevo.

La filigrana si afferma in Italia nel medioevo, probabilmente attorno alla seconda metà del '200, legata alla produzione della carta a Fabriano.
Il termine mutua quasi certamente dall'artigianato orafo, in cui per filigrana s'intende la fine lavorazione appunto a fili e grani con cui si realizzano finissimi ornamenti.3

La filigrana delle cartiere si otteneva proprio modellando e legando un sottile filo di ferro al telaio (la "forma") del foglio; la forma veniva immersa nell'acqua in cui era sospesa la pasta di stracci: lasciando scolare l'acqua, la pasta si distribuiva il più omogeneamente possibile sulla forma del foglio, lasciando comunque una lieve segno nel punto in cui era fissata la filigrana.
Da questa lavorazione origina l'espressione inglese "watermark" (da "water", acqua e "mark", segno).

La "firma" data dalla filigrana, visibile in trasparenza, distinse le carte fabrianesi, già note per la loro qualità, e valse ovunque da distintivo di garanzia ed esclusività.

Ulteriori progressi occorsi nel tempo, sempre ad opera dei mastri cartai di Fabriano, hanno permesso di creare filigrane in chiaro, scuro e con delicate sfumature di luce, quali oggi si possono trovare comunemente anche su banconote, francobolli e carta da lettera di pregio.

È su carta prodotta a Fabriano che si stampano le banconote degli euro.

Banconota da 20 euro con ben visibili i disegni in filigrana chiaroscuro
Pin It!

Banconota da 20 euro con ben visibili i disegni in filigrana chiaroscuro.


Filigrana fotografica

Una delle differenze più rilevanti fra la carta filigranata e la filigrana fotografica consiste nella visibilità: sul foglio di carta il marchio si osserva solo in trasparenza mentre sulla fotografia qualsiasi segno rimane sempre visibile.
Il risultato pratico è che, sovente, la scritta e/o il marchio impresso interferisce con l'immagine fotografica e disturba l'occhio, arrivando a volte a corrompere seriamente il contenuto della fotografia.

Immortale achemenide
Pin It!

© Patrick C.

Particolare di immortale achemenide nei resti dei fregi policromi conservati al Louvre, provenienti dal palazzo di Dario a Susa.


I più attenti al "problema" della filigrana sono ovviamente i fotografi, ossia chi ha sviluppato un occhio particolarmente sensibile alle immagini fotografiche. Per contro, la maggior parte delle persone non si preoccupano di scritte o marchietti impressi sulle immagini.
Questo elemento va considerato con obiettività.
Perché, se è vero che la filigrana disturba ed andrebbe evitata il più possibile, in qualche caso si dimostra in realtà un male necessario.
Va riconosciuto infatti che, se ben applicata, in qualche caso la filigrana è uno strumento efficace, capace di convogliare migliaia di persone verso un punto scelto (ad esempio il sito del fotografo).4

Per chi vuole approfondire:


 

1 Vedi la fotografia dell'esterno dello studio di Nadar a Parigi.

2 Ai tempi le macchine fotografiche duravano una vita, ed il legame fra apparecchio e fotografo era stabile e sicuro; oggidì, purtroppo, le macchine si buttano dopo pochi anni...

3 In Italia il riferimento per questo è attualmente Campo Ligure.

4 Vedi però questo articolo sulla decisione di Getty Images di abbandonare la filigrana in favore di un sistema di link html: Getty Images made its pictures free to use.

Scopri tutte le categorie Parole chiave: Fotografia

Altre pagine che ti potrebbero interessare:

Ti piace questa pagina? Condividi con i tuoi amici Condividi con i tuoi amici

Pin It


  Scrivi il tuo contributo

Commenti

Iscriviti alla Newsletter gratuita di Millenuvole!

Cosa trovi nel nostro Notiziario?

Le novità del sito su fotografia, viaggi, cultura e tempo libero.

Anteprima newsletter