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In questa mailUna rapida visita a TrentoUna delle città presso cui a volte accade di transitare, magari diretti all'estero oppure in Dolomiti, è Trento: si trova al centro dell'ampia valle dell'Adige, accostata alla riva sinistra del fiume, ed è naturale passarci accanto.Raramente però ci si ferma, ed è un peccato. Vorremmo convincervi a ritagliare qualche ora del vostro viaggio, e fermarvi a Trento, anziché in una qualsiasi anonima area di sosta in autostrada. Questa città dalle origini molto antiche, con una storia che ha attraversato i secoli dell'Impero Romano, del Medioevo, del Rinascimento e poi via via sino ai nostri giorni, sempre attiva e protagonista nell'evolversi dei momenti storici, merita una visita sicuramente. Proponiamo qui due riferimenti comodi, divertenti, ed assai interessanti per una sua prima esplorazione:
TridentumE' una suggestione particolare scendere le scalette di Piazza Cesare Battisti e ritrovarsi di colpo nella città di duemila anni fa, con le strade, le botteghe, le case, e tanti dettagli sorprendenti ancora ben visibili: dall'efficentissimo sistema fognario agl'ingegnosi impianti di riscaldamento domestico. Ad osservare la "modernità" ed il già grande sviluppo della Tridentum romana, pare quasi conseguenza naturale che la Trento odierna sia così civilmente organizzata. Il Castello del BuonconsiglioA poca distanza dagli scavi romani, costeggiando strade e palazzi che mostrano distintamente la particolare cultura locale, a cavallo fra l'Italia e l'Europa d'oltralpe, si raggiunge a piedi il Castello del Buonconsiglio, il più importante complesso architettonico di tutto il Trentino.Non ci perdiamo qui in dettagli: come per il resto della città, l'accoglienza turistica e la documentazione disponibile in loco sono di prim'ordine. Vorremmo limitarci a segnalare che, fra disparati corpi architettonici, sale, torri e volumetrie di ogni epoca, dal Medioevo al Rinascimento al Barocco, forse il punto di maggior interesse è un gruppo di affreschi nella Torre dell'Aquila noto come il Ciclo dei Mesi. In stile gotico internazionale, questo affresco testimonia con ricchezza di dettagli la vita reale del tempo. La testimonianza così immediata della vita quotidiana tardo-medievale è un'esperienza singolare: ritroviamo uomini e donne che giocano a palle di neve, pranzano all'aperto nella buona stagione, si comportano proprio come faremmo noi adesso. Per i diversi soggetti rappresentati il risultato è una carrellata nel corso delle stagioni dell'anno; per noi osservatori un impressionante salto indietro nei secoli. Così come per la Tridentum romana, gli antichi abitanti della città, in tutte le epoche, si rivelano sorprendentemente vicini a noi, anche nelle loro abitudini più semplici e quotidiane. Ritroviamo una linea continua, un legame sincero, un'armonia che ci unisce alla storia ed alla cultura che ci ha preceduti. Saggiamente, Trento conserva con cura la memoria del proprio passato ma costruisce con preveggenza e costanza il proprio futuro, anche attraverso l'attenzione ai giovani, il sostegno alla cultura, lo studio e la ricerca. Vanta un'ateneo statale di tutto rispetto, forse poco noto ai più, ma per peculiarità e levatura fra i più alti, che supera di slancio il panorama decadente delle università e della pubblica amministrazione italiana. Trento trasmette, in tutte le sue testimonianze, un deciso senso di ordine e civiltà, in cui ogni cosa è al proprio posto, armonicamente: dai dettagli urbanistici dell'antica Tridentum romana passando per le attività e gli svaghi di nobili e contadini del medioevo, sino alla positiva operosità dei giorni nostri. Un insegnamento, forse. Ed una visita, a Trento, che consigliamo caldamente. La luce bianca e i suoi coloriTutti noi sappiamo, memoria delle lezioni di fisica sui banchi di scuola, che la luce bianca contiene in sé tutti i colori dello spettro. Ma c'è qualcosa in più, che forse a scuola non vi hanno detto... Il fascino dell'etimoSi potrebbe dire che la luce del sole è senz'altro bianca... non foss'altro che per questioni etimologiche.Originano infatti il sostantivo luce e l'aggettivo bianca da un identico significato nelle radici indoeuropee: splendore, chiaro. Luce...Una prima radice indoeuropea è leuk- con il significato di luce, luminosità, da cui il greco λευκός (chiaro, bianco, luminoso e quindi, ad esempio, leucociti, le cellule bianche del sangue o globuli bianchi, e ancora leucemia, patologia che coinvolge appunto i globuli bianchi), e da cui il latino lux (come in luce, lume, illuminazione, lucido, lucernario, lucifero), e pure lustrare (illuminare, pulire, purificare, quindi l'italiano illustrare, sinonimo di chiarire), ed anche lucubrare (lavorare alla luce di una lampada, da cui l'elucubrazione, il lavorio complicato, l'arzigogolo del pensiero).Luna, il satellite pallido che rischiara le nostre notti, e lucerna, lucernario, oltre che all'inglese moderno light: condividono tutti la medesima derivazione. ...bianca...L'aggettivo bianca si riconduce invece alla radice indoeuropea bhel- , coi significati di splendore, fuoco, brillìo, bagliore, lampo.La beluga (l'animale detto anche balena bianca, Delphinapterus leucas, che vive alle latitudini artiche e subartiche) ha il proprio nome proveniente dal russo белуха composto da byelii (bianco) col suffisso accrescitivo -uga, -ukha. Da noi il biancone è invece un uccello migratore (Circaetus gallicus) con il corpo chiaro. Radice analoga ha il monte Belukha (in russo Белуха) di oltre 4'500 metri d'altezza, la più alta cima dei monti altaici presso la Mongolia, luogo di nevi e ghiacci perenni. ...e i suoi coloriSempre dalla radice linguistica bhel- provengono espressioni legate a molti dei colori più comuni.![]() William Congdon - Natività
La forma con suffisso bhlo-wo ha generato il latino flavus (biondo dorato, giallo/rosso; altri ritengono che flavus provenga invece dalla medesima radice del colore verde), così come la radice greca e poi latina per fulmine, folgore, fiamma [sarà un caso che bh in gaelico si legga f, e che mh si legga v(f); il nome di ragazza Mhairi (il nostro Maria) si legge circa v(f)aare.] Ancora con la medesima radice di splendere, abbagliare c'è l'inglese to blind (accecare), il francese blond (biondo, chiaro di colore), e il tedesco Blende (il diaframma, che chiude la lente). E dall'antico alto germanico blecchazzen proviene il moderno Blitz (lampo, flash). Sempre in tema di colori, si nota che l'inglese to blush (diventare rosso in viso, dall'inglese antico blyscan), ed invece sbiancare in viso (dal latino blancus) condividono la stessa radice e la medesima provenienza. Per chiudere, dall'identica radice bhel- deriva nell'antico germanico il termine blakaz (bruciato) da cui proviene il black attuale, il nero. Senz'altro è parecchio interessante, questa luce bianca: che genuinamente è bianca, e che proprio nel bianco ospita così tanti colori. L'incanto dell'acquaMostra al Lago d'OrtaPer chi ha letto i brevi articolini su due delle nostre recenti newsletter, dedicati al Canaletto e i vedutisti (li trovi qui e qui), segnaliamo una mostra particolare, collocata in uno dei borghi più quieti d'Italia.Dal 21 Maggio al 18 Settembre 2011 si terrà nel paesino di Orta, sul lago omonimo, un'esposizione legata ai maestri veneziani del '700, ma che avrà modo di spaziare anche ad altri artisti ottocenteschi: tutti ispirati dal medesimo tema. E' una gita che consigliamo; l'occasione di coniugare la visita alla mostra e la scoperta di questo tranquillo angolo d'Italia. Nella prossima email:Edizione speciale a sorpresa!A presto!
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